Il conto deposito è una delle forme di investimento preferite da chi non ama il rischio; in Italia però il rendimento offerto da questi conti è decisamente basso (soprattutto se si opta per soluzioni svincolabili) e per questo motivo sono sempre di più le persone che si chiedono se può essere conveniente investire in un conto deposito estero. Cerchiamo di dare una risposta a questo dubbio e proviamoa capire quali sono le opzioni migliori sotto il punto di vista del rendimento e della sicurezza.
Perché aprire un conto deposito estero?
Aprire un conto deposto estero può essere la soluzione migliore per far crescere meglio i propri risparmi? Per arrivare a dare un responso bisogna valutare diversi aspetti, ma prima di tutto bisogna capire se la legge consente di aprire un conto deposito al di fuori dei confini nazionali: la risposta è sì, si tratta di un’operazione legale, che può essere fatta direttamente dall’Italia tramite un bonifico (ma questo non vale per tutti i mercati) oppure recandosi di persona direttamente nel Paese scelto; ovviamente bisognerà rispettare tutti gli adempimenti fiscali del caso, dichiarando (se necessario) lo spostamento dei capitali all’estero e pagando le tasse sugli interessi maturati. Bisogna poi aggiungere che alcune banche estere non sono interessate ad offrire i loro prodotti a persone non residenti nel loro Paese.
È giusto parlare dei conti deposito perché in Italia, nonostante i tassi siano bassissimi, nel corso del 2018 sono stati registrati numeri da record: circa un terzo dei depositanti ha investito importi pari o superiori ai 50.000 euro e circa un quarto vi ha versato somme tra i 20.000 e i 50.000 euro. La maggior parte dei risparmiatori ha optato per un deposito vincolato (anche perché è l’unico modo er guadagnare qualcosina), anche se il periodo di parcheggio più richiesto è quello di 12 mesi (solo il 17% dei depositanti ha scelto vincoli superiori ai tre anni). Ma perché questo prodotto bancario ha così tanto successo nonostante una remunerazione non particolarmente allettante? Forse perché l’aspetto principale nei conti deposito non è il rendimento, ma la sicurezza: mettere i soldi in banca vuol dire metterli al sicuro dai furti o dai danneggiamenti che possono verificarsi tenendo i contanti in casa e l’unico rischio che si corre è quello di controparte, ovvero che la banca non sia in grado di rimborsare (in tutto o in parte) la sua clientela; si tratta di un’eventualità non impossibile, ma comunque molto rara e il rischio viene ulteriormente abbassato dall’adesione degli istituti al Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi, che in Italia (ma, come vedremo, anche nel resto dell’Unione Europea) garantisce una copertura fino a 100.000 euro per ogni depositante.
Diamo uno sguardo ai tassi proposti per i conti deposito italiani e capiremo il motivo per cui molta gente pensa di guardare oltre confine: a chi vuole investire 10.000 euro per 12 mesi vengono proposti tassi lordi che al massimo arrivano all’1,15/1,25% (che al netto, tra spese e imposte di bollo, non superano lo 0,85%), con guadagni annui che si aggirano tra i 60 e gli 85 euro. E parliamo di depositi vincolati, perché per quelli liberi la situazione è ancora peggiore, con tassi netti che praticamente mai vanno oltre lo 0,40%). È quindi l’idea di poter far fruttare i propri risparmi un po’ di più rispetto a quanto sia possibile in Italia a spingere molte persone a pensare di aprire un conto deposito estero; ovviamente è un’operazione da fare con la giusta cautela, consapevoli di non doversi fare attirare troppo da quei Paesi in cui vengono offerti rendimenti stratosferici senza prima fare le giuste valutazionisul grado di rischio. Bisogna poi aggiungere che i tassi di interesse proposti dagli istituti di credito sono (a parità di rischio) più o meno simili per la stessa valuta: questo significa che nell’area Euro (a parte alcune eccezioni), il rendimento dei conti deposito sarà più o meno lo stesso ovunque
Conti deposito in Unione Europea: qual è il migliore?
Chi decide di investire in un conto deposito estero all’interno dell’area Euro difficilmente quindi troverà soluzioni molto più redditizie rispetto a quelle presenti sul mercato italiano (in alcuni Paesi dell’Est ci sono proposte sulla carta molto allettanti, ma che richiederebbero complicazioni logistiche e fiscali che di fatto annullerebbero ogni tipo di vantaggio). Di sicuro rimanendo nell’area Euro si ha la certezza di essere tutelati fino a 100.000 euro, visto che tutti i conti deposito della zona sono coperti dal Fondo Interbancario di Garanzia: al di sotto di queste cifre si può stare tranquilli, anche se si sceglie di puntare su un Paese dotato di un sistema bancario un po’ meno affidabile del nostro. In Europa il Quantitative Easing ha influito e sta influendo moltissimo sui tassi di interesse (basti pensare che in Italia fino a cinque/sei anni fa non era difficile sottoscrivere contratti di deposito con rendimenti del 3,5% per vincoli di un anno, mentre ora si fatica ad arrivare all’1%, con tassi che quasi quasi non riescono neanche a difendere il capitale investito dall’inflazione), ma il QE sta per terminare e molti istituti di credito (soprattutto quelli con i bilanci un po’ meno solidi) potrebbero offrire remunerazioni più elevate.
Una recente classifica stilata dalla BCE metteva la Slovacchia al primo posto con un rendimento del 2.04%, seguita dalla Polonia (1,57%), dall’Olanda (1,51%$), da Cipro (1,46%), dalla Croazia (1,13%) e dalla Repubblica Ceca (1,12%). In fondo alla graduatoria c’erano invece la Spagna (0,11%), il Belgio e la Danimarca, addirittura al di sotto del punto percentuale. Sono dati di qualche tempo fa, li abbiamo riportati solo per dare un’idea della situazione, anche se nel frattempo le cose potrebbero essere leggermente cambiate. Tra le soluzioni più apprezzate oggi ci sono anche Malta ed Inghilterra.
I conti deposito esteri fuori dalla zona Euro: i fattori da considerare
Il panorama cambia profondamente se si decide di aprire un condo deposito estero al di fuori dell’area Euro, ma nella scelta entrano in gioco molte più variabili da tenere in considerazione. Innanzi tutto, quando si decide di investire fuori dall’Eurozona ci si espone (anche) al rischio di cambio. Poi bisogna considerare che quando i rendimenti sono elevati, molto probabilmente in quel determinato Paese ci sono tassi di inflazione molto alti e/o una debolezza della moneta locale che, di fatto, riducono (o annullano) i vantaggi; giusto per fare un esempio basta pensare alla situazione della Turchia di qualche tempo fa: per i conti deposito venivano offerti rendimenti in doppia cifra, ma nel giro di pochi mesi la Lira turca ha perso tantissimo valore nei confronti dell’Euro. Investire in conti deposito al di fuori dell’Eurozona potrebbe comportare complicazioni e in alcuni casi si tratta di mercati con accesso più difficile, non trattati dalle banche italiane (e quindi bisognerebbe muoversi per conto proprio, con i costi degli spostamenti che possono essere davvero elevati).
Vedendo quanti sono i fattori che influiscono sulla bontà o meno di un impegno all’estero si capisce facilmente che non sempre questa soluzione può risultare conveniente: praticamente l’investimento si può trasformare in qualcosa di molto diverso da un semplice (e tranquillo) conto deposito e i rendimenti che, sulla carta, appaiono decisamente più elevati delle medie europee sul piano della pratica potrebbero non essere così convenienti. Abbiamo visto l’esempio della Turchia, ma potremmo fare anche quello relativo all’Ucraina, che un annetto fa proponeva un tasso del 18,50% per vincoli di dodici mesi, ma in un contesto in cui l’inflazione sfiorava il 50%. Questo non vuole dire che non si possano trovare soluzioni interessanti sia a livello di rendimento che a livello di sicurezza: in Kazakistan e in Sud Africa vengono applicati tassi di interesse molto interessanti, anche per depositi minimi davvero bassi (e impensabili da queste parti).
Rendimento e sicurezza: conviene aprire un conto deposito estero?
Insomma, è praticamente impossibile dare una risposta assoluta a chi chiede se investire in conto deposito estero sia più conveniente. In Europa si ha la certezza della tutela fino a 100.000 euro, ma ci si deve accontentare di rendimenti che non si allontanano molto da quelli che si possono trovare sul mercato italiano; inoltre all’interno dell’UE non si è creato un vero e proprio mercato internazionale dei conti deposito (basta guardare tutte le pubblicità delle banche, che in pratica sono destinate al solo pubblico dei risparmiatori nazionali) e difficilmente questa situazione potrà cambiare se i vertici comunitari non decideranno di intervenire per rendere queste operazioni più semplici e meno costose. Al di fuori dell’Eurozona non è difficile trovare tassi di interesse decisamente più alti, ma spesso dietro a questi rendimenti si nascono insidie rappresentati dal raschio di cambio o dalla sicurezza del Paese o del singolo istituto, senza parlare delle difficoltà burocratiche e dei costi che potrebbe comportare l’apertura di un conto deposito (in alcuni casi bisognerà recarsi di persona in banca, con i costi dei viaggi che potrebbero in pratica annullare tutti i vantaggi ottenuti in termini di rendimento); le opportunità interessanti non mancano, per per individuare le migliori è necessario fare un’attenta valutazione, dando il giusto peso a tutti i fattori da considerare.
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